"Se si inneggia alle manette"... di Luigi Corbani*

Se si inneggia alle manette si è già perso il senso della battaglia. All’iniziativa politica si sostituisce l’indagine giudiziaria, che non ha il compito di purificare l’arte del governo, ma di colpire i reati, e che comunque deve essere sottoposta a controprova di un dibattimento nei vari gradi di giudizio. Da alcuni anni a questa parte, insistentemente, si è introdotta una nuova categoria politica: il giustizialismo[... A questo atteggiamento, o per meglio dire, a questa concezione dello Stato si sono rifatti tutti coloro che pensano che le Procure, i pubblici ministeri abbiano una funzione “purificatrice” della politica, siano i detentori della “moralità”, della “purezza” della politica. Da tempo il pensiero moderno ha distinto il diritto dalla morale e ha discusso sul significato di “giustizia”.[... *il giustizialismo non è contro il garantismo, ma attacca le basi liberali e democratiche di quello Stato di diritto, conquistato attraverso i secoli, per dirla con la Treccani, che “si fonda sia sulla separazione dei poteri sia sulla coscienza che solo il diritto può dare alla società stabilità e ordine, con le sue norme chiare e certe, generali e astratte (e quindi impersonali), un diritto sempre subordinato a quella legge fondamentale che è espressa dalla costituzione”[...]il Pds e il Pd hanno dimostrato lacune gigantesche, sposando, anche prima dell’apparizione delle 5S tesi giustizialiste, che non sono populiste, ma sono reazionarie o bolsceviche, a seconda dei punti di vista. Se si inneggia alle manette, e agli avvisi di garanzia, di solito, si è già perso il senso della politica e della battaglia politica: alla iniziativa politica si sostituisce la indagine giudiziaria, che non ha il compito di purificare la politica, ma di colpire i reati, e che comunque deve essere sottoposta a controprova di un dibattimento nei vari gradi di giudizio.[...  molti facevano il girotondo per questo manettaro: Msi, estremisti di sinistra, pidiessini, ecc. Mi ha fatto venire in mente che questo dovrebbe essere il Paese di Cesare Beccaria [...]Famoso per la sua battaglia per la abolizione della pena di morte (“né utile né necessaria”), ma anche per la condanna della tortura (“Mezzo sicuro di assolvere i robusti scellerati e di condannare i deboli innocenti”) e per la proclamazione della presunzione di innocenza (“Un uomo non può chiamarsi reo prima della sentenza del giudice”), Beccaria fu il primo ad affermare la esigenza di pubblicità come garanzia di giustizia (“pubblici siano i giudizi e pubbliche le prove del reato”) e a distinguere tra responsabilità penale e responsabilità morale, ad affermare la equiparazione tra pena giusta e pena necessaria, proporzionata al delitto (“uno dei più grandi freni ai delitti non è la crudeltà delle pene, ma l’infallibilità di essa”; “quanto la pena sarà più pronta e più vicina al delitto commesso, ella sarà tanto più giusta e utile”). E quanto alla carcerazione preventiva, Beccaria affermava che “essa non può precedere la sentenza se non quando la necessità lo richiede” e deve essere cautelare (“o per impedire la fuga, o per non occultare le prove dei delitti”) e per non distruggere la dignità dell’innocente” deve durare il minor tempo possibile e dev’essere meno dura che si possa”.[..].dopo la caduta del Muro, anche una parte della magistratura inquirente (guarda caso quella milanese, non quella romana) si è sentita libera di colpire un sistema politico che dal 45 la teneva soggiogata, e presa dalla ricerca di un ruolo di protagonista nella politica e nell’asseto istituzionale del Paese, sospinta da forze estranee che volevano punire un Paese che si era atteggiato in modo autonomo rispetto al Medio Oriente e alla Östpolitik, si è lanciata in una operazione che, lungi dal debellare la corruzione, ha travolto le regole dello stato di diritto[...]


riflessione integrale in

https://ristretti.org/la-pietra-angolare-di-un-partito-riformista-e-lo-stato-di-diritto


* Su  Luigi Corbani che nella sua prima vita è stato comunista, poi, non soltanto ha smesso di mangiare i bambini, ma addirittura è diventato vegetariano.  si rimanda a

https://www.italiaoggi.it/news/corbani-terra-in-piedi-san-siro-2633595 


Corbani stesso nell'articolo su ristretti orizzonti  scrive di sè "Da alcuni anni a questa parte, insistentemente, si è introdotta una nuova categoria politica: il giustizialismo, che, a noi “adulatori della costituzione, come riflesso condizionato della sinistra”, di origine togliattiana, non è mai piaciuto" [...tra le cose che ricordo con maggior orgoglio nella mia attività di amministratore, nella mia prima vita, c’è quella di aver organizzato un ciclo di iniziative per il 250° anniversario della nascita di Cesare Beccaria."


Nella presentazione in Italia Oggi sta scritto "nel Pci entrò nel Comitato Centrale e diventò segretario della Federazione di Milano. Poi cadde in disgrazia perché, all'indomani dei fatti di piazza Tienanmen, sostenne che il Pci doveva cambiare nome e simbolo. Era in anticipo di sei mesi sulla svolta della Bolognina, ma anche dopo che il Pci divenne Pds non gli perdonarono mai di aver avuto ragione. Del resto lui ricambia gli ex compagni di partito con simmetrica simpatia."


Straordinaria nel suo articolo condiviso su Ristretti e pubblicato sul Riformista  il disegno di estrema lucidità ed empatica perfidia che Egli fa di PierCamillo Davigo. Eccone un periodo  "E poi arriva Piercamillo Davigo [...È una scuola filosofica di antico pregio, i cui fondatori furono Gaspare e Zuzzurro, coppia comica di qualche decennio fa, quando il primo, ripetutamente deriso dal secondo per l’enorme naso, contrattaccò davighianamente: “Non ho il naso grosso, è la faccia che è piccola”.


In altra intervista  viene posta a Corbani la seguente domanda "Molti si domandano se Beppe Sala sia un uomo di sinistra. Lei che risposta dà?

Risponde  in.

https://www.fanpage.it/milano/la-virtu-di-milano-e-che-il-resto-ditalia-e-messa-peggio-parla-luigi-corbani/

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