Acquistato or ora ....Filosofia del suca di Francesco Bozzi





Lo ha pensato ogni filosofo, anche se magari non lo ha detto (o lo ha detto in un’altra lingua): suca.

Si tratta infatti dell’argomentazione filosofica per eccellenza, perché ha molti significati e si può dunque inserire con profitto in diversi sistemi concettuali.

Nel corso della storia, è stata capace di ispirare a Cartesio la prima (e migliore) versione del suo celebre Cogito. Di sedurre Wittgenstein con la sua nitidezza, che si avvicinava al sogno di una lingua perfettamente aderente alla realtà («Su ciò di cui non si può parlare: suca»).

E non si tratta solo di un concetto centrale per la cultura del passato, ma anche di uno strumento per disegnare un futuro di armonia tra i popoli.

Francesco Bozzi, siciliano e quindi filosofo, affronta in questo libro l’impresa di sviscerare le varie anime del suca, restituendone le molte sfumature ideali e sociali, storiche e psicologiche.

Lo fa rinnovando la grande tradizione del dialogo filosofico, con buona pace di Platone.

E con rigore concettuale e vis umoristica ci accompagna alla scoperta di una parola magica che ha cambiato la storia e può cambiarci la vita


https://www.solferinolibri.it/libri/filosofia-del-suca/


un suca al momento giusto può essere risolutivo

comprendere quanto ci senta più leggeri dopo un “suca” ben assestato.


Perché voi maschietti potete dirlo e noi femminucce no? Se esce dalle bocche di un uomo è divertente, per noi donne sarebbe matematico sentirsi dire che siamo sboccate, che la mamma avrebbe potuto educarci meglio. Invoco, quindi, a gran voce, il diritto di poter esprimere tutto il disappunto e di poter inserire la “Filosofia del suca” nel linguaggio femminile senza se e senza ma ( Vanessa Seffer) 


https://opinione.it/cultura/2022/06/14/vanessa-seffer_francesco-bozzi-filosofia-del-suca-fiorello/



Filosofia del Suca”, espressione tipicamente palermitana che è un inno al fregarsene del logorio della vita moderna, come diceva Calindri nella pubblicità del Cynar, a rifiutare conformismi, assuefazioni, globalizzazioni e appartenenze.


Di fatto, rappresenta il ribellismo agli stili di vita imposti

https://www.ilriformista.it/palermo-e-la-filosofia-del-suca-quando-una-risata-spazza-via-qualsiasi-miseria-459893/


Nel vasto e stratificato universo della lingua siciliana, poche parole possiedono la profondità semantica e la versatilità espressiva di “suca”. Apparentemente semplice, immediata, quasi primordiale, questa esortazione racchiude in sé un microcosmo di significati che si snodano tra la saggezza popolare, l’ironia affilata e una forma di distaccata superiorità esistenziale.


Come ogni grande filosofia, anche questa ha il suo lato mistico. Perché in fondo “suca” è anche un mantra, un modo per allontanare le energie negative, per affermare la propria indipendenza mentale e spirituale. Pronunciarlo con la giusta intonazione può avere effetti catartici, liberatori, quasi taumaturgici.


https://trapanioggi.it/suca/



Stavamo già organizzando i tavoli per il torneo di briscola in 5, quando anticipato dal tipico odore di sigaro all’anice entrò in classe il prof. La Barbera, immolato al Dio dell’insegnamento per fare da supplente a noi canazzi i bancata.

«I carte un passano vero picciotti? Vabbeh quasi quasi ne approfitto per fare l’ultimo compito in classe dell’anno…».

Ed ecco che dall’ultimo banco Ilardi sibilò un «SSUUUCCCAAAA» che normalmente non si sarebbe udito, ma per quella strana ed oscura congiunzione astrale per la quale a volte cala un silenzio biblico, quel "suca" fu udibile come l’abbannìo di un lapino i patate rintra a chiesa ra Martorana.

Il prof. La Barbera non si scompose più di tanto. S’assettò ‘nna seggia ra cattedra, appuiò la schiena e con flemma britannica tolse gli occhiali per pulirli in modo millimetrico, il tutto nel silenzio più totale.

Finita la pillicusa operazione, il prof riprese la parola «vabbeh è Natale… sono buono e vi grazio…. Ilardi?» e quello rispose «se professò…»... «comunque… forte ca pompa a mia e o duca, o duca un c’è chiù e ma suchi sulu tu!».

Scaturirono circa 25 minuti di applausi e fischi che fecero accorrere anche il signor Ciulla, il bidello, che fu tranquillizzato da un gesto del prof.


https://www.balarm.it/news/in-sicilia-solo-un-altra-parola-vale-quanto-questa-perche-un-suca-e-per-sempre-150979

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