Confesso che ho penato. autore. Fausto Giunta



Prefazione
Non c’è persona che non abbia penato
per qualcuno o qualcosa. Il penalista pena
per vocazione. Anche il diritto penale, nato
per far penare, pena in prima persona. Sarebbe crudele irridere alla sua sofferenza.
Ho trascritto racconti confessori che vengono da quel mondo. A parlare delle loro pene
sono categorie penalistiche e figure di reato
scelte a caso. La mia delazione aggiunge
pena a pena. Siamo nati per soffrire. Narrare
necesse est.


Ventitré brevi racconti confessori, accomunati da un insolito punto di vista. A parlare delle loro pene, come fossero persone, sono categorie penalistiche e figure di reato. Sullo sfondo delle ironiche narrazioni sta un "penale" totalizzante, sempre più svincolato dalle garanzie liberali.


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INDICE

7 Prefazione
9 In principio ero un principio
15 Riserva non riservata
19 Doppio tempo
23 AnalogaMente
27 Massima: una storia breve
31 Disconnessione causale
33 Omissione: l’implacabile
37 Meglio dolo (che male accompagnato)
41 Colpetta ritrovata
47 Tentare nuoce
51 Il sonno del Giusti
55 Le complicazioni della complicità
57 C’era una volta il “temporale”
63 Cosa resterà di quegli anni Ottanta?
67 L’innominato: un disastro senza qualità
71 Enza, l’impropria
73 Chi si impossessa gode
75 La fattispecie bugiarda e geniale
79 Un tipo indeterminato
(e disposto a tutto)
85 Getto La Qualunque,
in arte GettoNato
87 Qual piuma al vento
89 Nichilisti nudi e puri
91 Cappio d’accusa

93 Postfazione
di Gaetano Insolera



inoltro la conclusione del primo capitolo


In principio ero un principio
Mi presento: mi chiamo Legalità

...
Per il mio funerale ho dato precise disposizioni. Nessuna omelia, nessuna frase, detta
o scritta, che sia. Solo quest’epitaffio:
Nata per dire
Finì per subire
La sopraffazione
Dell’interpretazione
Lascia
In principio ero un principio
13
L’omonima teoria
Una grandiosa utopia
Qualche bugia
Alla sua vicaria
La cartomanzia
La funzione di garanzia.

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