Un tribunale iniquo è peggio di un brigante





Un tribunale iniquo è peggio di un brigante


“Un tribunale iniquo è peggio di un brigante” è una citazione da Aleksandr Solzhenicyn, scrittore russo internato per anni nel Gulag. E di briganti ce ne sono nel mondo della giustizia, e anche di imboscate, quando l’ideologia è più forte della legge. Scrive Alessandro Barbano, giornalista “La giustizia in questo Paese è una macchina del dolore non giustificabile. (…) Il vulnus del nostro diritto nasce da un gigantesco equivoco che ha visto slittare il diritto penale dal fatto al reo. Non si condanna più un delitto accertato, spesso si condanna la pericolosità sociale di chi è accusato o anche solo sospettato di aver commesso un reato. Si procede per sospetti preventivi generalizzati e per condanne sociali e mediatizzate”. Ma ci sono anche magistrati che credono di più a un cambiamento culturale che a una “guerra” alla criminalità condotta solo con strumenti bellici, come scrive Stefano Musolino, sostituto procuratore a Reggio: Diciamo che ho una discreta esperienza quantomeno della ‘ndrangheta e mi sono persuaso sempre di più, con una modifica tutto sommato di quelli che erano i miei convincimenti iniziali, che erano un po’ più tetragoni, un po’ più rigidi e anche radicali, che senza un autentico recupero delle persone, che parte prima di tutto dall’ambiente carcerario, questo problema non si risolve”. E come sottolinea Giovanna Di Rosa, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, quando ricorda la necessità di non limitarsi “…a concepire la pena solo in termini repressivi, retributivi. Altrimenti, anziché farne la cura di una ferita, la si riduce a mero differimento della possibilità che la persona colpevole torni a circolare per strada. Il carcere deve contenere solo gli individui socialmente pericolosi

Commenti

Post popolari in questo blog

Avv. Roberto Giorgi Ronchi-UNA RIFLESSIONE SUI SUICIDI IN CARCERE

“Il caldo, il puzzo di orina e la voglia di farla finita”. Lettera dall’inferno a cura di Damiano Aliprandi Il Dubbio, 22 giugno 2024

Carlo Molaschi, “Pagine libertarie”, 15 nov. 1921 *