L’antipaternalismo liberale e la sfida della vulnerabilità


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L’antipaternalismo liberale.  e la sfida della vulnerabilità

A cura di Nicola Riva


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Anticipo qualche periodo dell'Introduzione


Uno dei principi cardine del liberalismo è l’idea che la libertà individuale non possa essere limitata per ragioni paternalistiche ossia per impedire che un individuo, adulto e capace di intendere e di volere, con la sua condotta danneggi sé stesso. Le sole limitazioni della libertà individuale che sono ammissibili per il liberalismo, nella sua versione più rigorosa, sono quelle necessarie a evitare che con la sua condotta un individuo danneggi altri individui. Questo principio è stato enunciato nella forma forse più paradigmatica nel saggio On Liberty (1859) di John Stuart Mill. Esso ammette che sia possibile limitare temporaneamente la libertà di un individuo al fine di accertare che sia consapevole delle possibili conseguenze della propria condotta e in grado di valutare i rischi checorre. Una volta accertato che lo è, tuttavia, l’individuo dovrebbe essere lasciato libero di agire in modi potenzialmente o, nei casi più estremi,  certamente dannosi per sé.

...

Il liberalismo, dunque, si oppone sia al paternalismo sia al “moralismo legislativo” (legal enforcement of morals), almeno quando essi si traducono in una limitazione della libertà individuale. Così facendo, il liberalismo recupera la distinzione caratteristica dell’Illuminismo giuridico tra ciòche, cagionando un danno a individui diversi dall’agente, può legittimamente costituire un “reato” e ciò che, non cagionando alcun danno a individui diversi dall’agente, costituisce al più un “peccato” e come tale resta di pertinenza esclusiva della morale o, meglio, di quell’ambito della morale che, riguardando il “bene” più che il “giusto”, è opportuno non invada il campo del diritto.


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L’emergere in ambito filosofico e giuridico del dibattito sulla vulnerabilità  rappresenta una sfida per il liberalismo e, in particolare, per l’antipaternalismo liberale. La vulnerabilità degli esseri umani, infatti, li rende non sempre capaci di scelte in grado di promuovere i loro interessi.La presa d’atto di questa vulnerabilità suggerisce, pertanto, la messa in discussione di quell’immagine dell’individuo – indipendente, razionale e consapevole, in grado di stabilire che cosa sia nel suo interesse e di agire di conseguenza


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i diversi contributi considerano i pregi e i limiti dell’antipaternalismo liberale. Nel farlo indagano i limiti del diritto e della politica, nel duplice senso dei limiti che il diritto e la politica possono porre in essere,ossia di ciò che può essere vietato o imposto, e dei limiti che il diritto e  la politica devono osservare, ossia di ciò che essi non possono fare o non fare. 

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