dal web..Il capitalismo delle stronzate ---da un sito che seguo "a prescindere" - Tuttavia il capitalismo NON si arrende
https://www.gogedizioni.it/prodotto/non-muoversi/
Passiamo le nostre giornate a schivare cazzate. Il fenomeno su cui ironizzava Maccio Capatonda * con il formato «Piccol»**, già una decina di anni fa, oggi è diventato la nostra spesa quotidiana, online e offline: dallo sconto sugli apribottiglie a forma di anatra al supermercato ai reel di gatti che finiscono per consigliarci spazzole anti-pelo per il felino che non abbiamo, poi adv di pettini per calvi o poggiapolsi per chi è troppo stanco di reggerli da solo, e ancora impermeabili per cani, portabanane, pigiami per coppie. Come gestisce il nostro cervello tutta questa monnezza? Non abbiamo ancora elaborato dei sistemi efficienti per mettere in piedi una raccolta differenziata delle informazioni e dei consigli d'acquisto. Quindi finiamo per cascarci.
Compriamo migliaia di cazzatine innocue che non ci servono, ma che tutte insieme hanno creato un enorme comparto del capitalismo: il capitalismo delle stronzate, di cui i colossi sono multinazionali come Temu, Shein, Tyger, Alibaba e la stessa Amazon. Temu, lo scorso anno, è persino finita sotto indagine della commissione Europea (già ci sta più simpatica, Temu) con l’accusa di vendere prodotti illegali e di utilizzare meccanismi di vendita che creano dipendenza. La vita sta diventando l'arte di riuscire a schivare questa paccottiglia, prima di venirne definitivamente seppelliti.
*https://it.wikipedia.org/wiki/Maccio_Capatonda
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La Piccol è una catena di negozi autorizzati nella vendita di qualcosa.
Storia
I supermercati Piccol nacquero grazie all'imprenditore Malachio Piscardone, che voleva liberarsi degli stupidi oggettini lasciatigli dalla suocera morta. Dopo l'enorme successo, e visti gli ottimi guadagni, decise di farne una catena aprendo negozi anche in Albania. Dopo molti anni, con l'avvento del movimento No-Global, la Piccol si è adattata cominciando a vendere molotov e mazze chiodate a buon prezzo. Persino l'esercito statunitense si è rivolto alla Piccol per l'acquisto di armi nucleari da inviare come regalo all'Iraq. Qualche anno fa, il gruppo Piccol S.p.a. ha avuto alcune denunce di plagio da una certa compagnia romena sconosciuta chiamata "Lidl".
https://macciocapatondafans.blogspot.com/p/piccol.html
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TUTTAVIA IL CAPITALISMO NON SI ARRENDE
Se c’è qualcuno con cui dovresti impegnarti a mantenere un rapporto profondo, quest’estate, questo essere non è il tuo partner, né i tuoi genitori, né gli amici che ricontatti solo per dividere i costi della barca che vuoi noleggiare a Ponza, no. Quest’anno l’unica entità da curare è la tua monnezza.
Esattamente, la “monnezza”, non i “rifiuti” poiché la monnezza è il risultato di un mondare, di uno sbucciare, di eliminare lo scarto rispetto all’essenza.
Questo vorrebbero insegnarti le guru del decluttering, la magica pratica di liberarsi del superfluo per fare spazio alle cose davvero importanti. Ti saranno spuntati nel feed influencer come l’italiana @spaziogrigio ***o la più nota @mariekondo,**** imprenditrici che hanno costruito e cavalcato una sorta di filosofia di vita buddhista-capitalista intorno al concetto di “decluttering”: cioè l’arte del buttare via, di liberarsi degli oggetti che non ci danno gioia per riempire vite e case di sole cose “importanti” e, a partire da questo, generare ricchezza. A partire da dieci minuti al giorno, infatti, facendo respiri profondi e profonde valutazioni, possiamo inziare a buttare i vecchi cavi elettrici rotti, poi le magliette infeltrite, poi ancora le bomboniere dei matrimoni, per poi arrivare, come in un percorso spirituale, al nirvana della monnezza: eliminare i rapporti che non ci “arricchiscono”.
Il lessico è molto importante nella fenomenologia delle guru del decluttering, infatti è lampante quanto attinga alle sfere della psicologia e dell’economia.
Ci si può servire, se necessario, di una decluttering consultant il cui servizio alla persona va ben oltre la riorganizzazione della casa o degli armadi, ma si pone come obiettivo il benessere “morale” dell’assistita/o, promettendo un lavoro “di squadra” e di “supporto”.
Leggiamo in un sito di consulenza che “il decluttering (eliminazione del superfluo) è la parte più emotivamente complicata, perché non è mai facile lasciare andare le cose, ma è anche quella più importante. Il caos nasce quando tutto ciò che non viene usato continua a occupare lo spazio, a impegnare il tempo e a toglierti energia”. Insomma, al modico prezzo di 300 euro (per circa sei ore di consulenza online), si potrà comprare il supporto morale per farci accompagnare nell’elaborazione del lutto di lasciar andare le cose che riempiono la nostra casa e la nostra vita.
Ora, non ci sorprende, che le mille sfaccettature del personal branding abbiano raggiunto anche questa sfaccettatura della vita, del resto si tratta di una risposta a un fatto concreto: il surplus di oggetti.
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