il saluto di Guido Salvini magistrato procuratore a Milano al momento della pensione (14 dicembre 2023)
PREMESSA
Va in pensione Guido Salvini, magistrato di Milano da cui ci si sarebbe presentati a cuor leggero, per il rispetto che ha delle garanzie. (dal quotidiano online HP)
"Alla fine degli anni ottanta, dopo la scoperta di Gladio e grazie all’apertura di alcuni archivi dei Servizi di informazione e al manifestarsi in modo più ampio del fenomeno della collaborazione anche nell’area dell’estrema destra eversiva, ho riaperto le indagini sulla Strage di piazza Fontana.
L’indagine, che ha toccato un ampio arco di episodi precedenti e successivi la strage ha potuto ricostruire, nonostante l’assoluzione delle persone indicate come materiali responsabili della strage, in modo convincente il periodo della strategia della tensione, tanto che anche le sentenze di assoluzione dei singoli imputati indicano esplicitamente nel gruppo neonazista Ordine Nuovo l’organizzatore ed esecutore degli attentati del 12 dicembre 1969.
Per ragioni di indipendenza personale, non aderisco ad alcuna corrente organizzata della magistratura."
Il testo del saluto
I momenti più coinvolgenti di questi quarant’anni di lavoro sono stati certamente gli anni del terrorismo durante i quali con altri colleghi siamo riusciti a convincere centinaia di giovani ad abbandonare la lotta armata e a reinserirsi nella società. Così come sono state coinvolgenti, per me che ero studente all’epoca dei fatti, e le indagini che hanno consentito di dare una paternità storico– giudiziaria alla strage di piazza Fontana.
Un momento certamente molto intenso è stata anche la scoperta dei responsabili dell’omicidio Ramelli che era una vittima serie B, lo stesso impegno che vi è stato per Fausto e Iaio per i quali purtroppo non sappiamo ancora la verità.
Credo che i giovani colleghi di oggi siano molto preparati ma non basta conoscere le sentenze della Cassazione né fare bene i tre temi in un concorso per essere un buon giudice. Serve curiosità, conoscenza del mondo, sensibilità, capacità di parlare con gli avvocati e le parti e una cultura generale e spesso queste doti oggi sono insufficienti. L’esempio è stato quello di mio padre che è stato Presidente della Corte d’assise negli anni’70-80, gli anni più difficili.
Quello che ho sempre cercato di fare è avere cura dei processi piccoli come di quelli grandi che danno visibilità perché per l’imputato comune quel piccolo processo è il “suo” processo
Dopo il caso Palamara non è cambiato nulla, sono stati sanzionati solo coloro che erano presenti all’Hotel Champagne e pochi altri ma il core business delle correnti è rimasto quello di sempre, un nominificio. Io per prima cosa sposterei il Csm da Roma per ridurre le occasioni malsane di incontro. Per questo io mi sono sempre tenuto lontano dalle correnti. Del resto penso che il lavoro del magistrato sia essenzialmente individuale, un esercizio di coscienza nel senso umanistico del termine e la presenza oppressiva di gruppi stabili di magistrati organizzati in partiti sia già di per sé una stortura.
Allo stesso modo non sono mai stato interessato ad incarichi direttivi. Sono ruoli quasi sempre burocratici e quasi inutili. Invece quello che mi è sempre interessato è capire e intervenire sulla realtà della nostra città fare qualcosa di utile, tentare di trasformare qualcosa di male in bene."
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Come segno concreto del suo rispetto per le garanzie riporto da Wikipedia
...in qualità di GIP, con un'ordinanza del 2007[6] il giudice Salvini si è rivolto alla Consulta sollevando eccezione di costituzionalità contro la distruzione della pratica Z0032300 (contenuta in un DVD sequestrato nell'ambito dell'inchiesta Telecom-Sismi) contenente i dati relativi al presunto spionaggio (poi confermato) ai danni di un ex manager della Coca-Cola, che quest'ultimo ha chiesto di poter acquisire agli atti di un procedimento per falsa testimonianza che vede implicato l'amministratore delegato di quell'azienda (poi condannato a due anni, con sentenza confermata fino in Cassazione e passata in giudicato nel 2015). Salvini si è infatti opposto alla distruzione del report illegale, sebbene la legge 281/2006 "Mastella" sulla inutilizzabilità e distruzione dei dossier illeciti suggerisca il contrario.
«Il contenuto di un dossier può essere utile a illuminare fatti precedenti o successivi quando la persona spiata non si oppone ed anzi chiede che quantomeno all'interno di un fascicolo processuale il contenuto dei dati raccolti sia messo in chiaro [...]. Una interpretazione stretta e letterale della legge 281 del 2006 - scrive Salvini - rischia di essere gravemente nociva per la posizione anche delle persone offese e cioè delle persone vittime della raccolta di informazioni. Infatti, con la sparizione del contenuto di quanto raccolto rischia di essere in linea generale gravemente pregiudicata la prova, in sede civile o penale, del danno subito e della sua entità [...]. Alcuni dei dati illegalmente raccolti, mediante servizi di osservazione e pedinamenti, finalizzati ingiustamente al discredito, riguardavano del resto ed erano destinati ad avere ricadute proprio sulla vita lavorativa dell'interessato [...]. Nessuno infatti può garantire alla persona offesa che prima del sequestro dei dossier illegali un numero indefinito di copie, ad esempio dvd, non sia già stato formato e possa prima o poi entrare in circolazione. È evidente che in tale ipotesi la persona spiata può avere un rilevante interesse a conoscere in dettaglio il contenuto del dossier al fine di prepararsi a prevenire e a contrastare la diffusione nel suo ambiente di notizie false, manipolate o comunque riguardanti la sua vita privata.»
GUIDO SALVINIANDREA SCERESINI
LA MALEDIZIONE DI PIAZZA FONTANA
L’indagine interrotta. I testimoni dimenticati. La guerra tra i magistrati
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