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Visualizzazione dei post da luglio, 2024

Oggi contro il totalitarismo delle ProcureIl Il canto del pastore protestante antinazista Martin Niemölle

Die Bekennende Kirche Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare. *** il canto/poesia  è stato  erroneamente attribuito a Bertolt Brecht

Avv. Roberto Giorgi Ronchi-UNA RIFLESSIONE SUI SUICIDI IN CARCERE

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Serve riflettere sul contesto in cui è maturata questa tragedia per meglio comprenderne le cause, e dunque per mettere in campo i migliori rimedi. Dobbiamo capire come siamo finiti qui: eravamo partiti da un carcere che doveva essere luogo in cui certo si sconta la pena, ma anche un luogo in cui si lavora per recuperare il condannato alla società, un luogo in cui si comincia a praticare giustizia riparativa, dunque a comporre i conflitti, a curare le ferite della nostra comunità, ed invece ci ritroviamo con un carcere che è divenuto un inferno in terra, un inferno senza speranza di redenzione. Il Paese in cui viviamo è in decadenza da decenni, decadenza economica ma anche ed anzi ancor prima decadenza culturale: le diseguaglianze sociali si sono aggravate, le persone in povertà sono aumentate, milioni di cittadini hanno smesso di curarsi perché a fronte delle interminabili liste di attesa nella sanità pubblica non dispongono dei redditi necessari a curarsi presso la sanità pri

Mattia Feltri.Novantatré: L'anno del Terrore di Mani Pulite

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Quando scoppia Mani pulite, Mattia Feltri è un giovane cronista. Curioso e appassionato, segue quelle vicende e ne scrive sulle pagine del quotidiano per cui lavora. Dieci anni dopo, nel 2003, è al «Foglio». Lì prende corpo un progetto: raccontare quei dodici mesi che hanno stravolto l’Italia, ma con una lente diversa, attraverso un gusto letterario e uno stile comunicativo in grado di sottolineare le atrocità di quei giorni, che con un’iperbole paragona al Terrore della Rivoluzione Francese. Quella che sembrava un’epoca di catarsi e rinascita si è rivelata, infatti, un periodo cupo, meschino, di furori e paure, di follia collettiva, in cui una cultura politica era stata spazzata via in modo dissennato. Per colpa della politica stessa e per mano di una magistratura che si sentiva a capo di un moto rivoluzionario. Il libro è frutto di quella lunga controinchiesta, durata un anno e, come un diario, restituisce intatta l’atmosfera di quei giorni con un resoconto puntuale e spietato: dai g