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Visualizzazione dei post da marzo, 2024

il 25 marzo 1949 in Estonia

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Stemma della Repubblica d'Estonia utilizzato anche dal governo estone in esilio  Il Governo estone in esilioi riferisce all'autorità governativa dichiarata formalmente della Repubblica d'Estonia in esilio, esistente dal 1953 fino al restauro della sovranità estone sul territorio balto-finnico, avvenuta a seguito delle prime elezioni libere estoni nel 1992 Tracciò la sua legittimità attraverso la successione costituzionale dell'ultimo governo estone, al potere sul suolo dell'Estonia, prima dell'invasione sovietica del 1940 *** Dal quotidiano online LINKIESTA scritto da Sara Gianrossi Titolo "Sotto il giogo moscovita. I sovietici non hanno liberato l’Estonia, l’hanno occupata" *** "Per chi ha vissuto nella Repubblica Socialista Sovietica Estone, e per i loro figli e nipoti, pensare che i sovietici abbiano liberato il loro Paese sembra una follia. Per loro, l’Estonia è stata vittima di un’invasione. Ce lo ricorda una volta di più l’avvicinarsi di una

Mezzi da polizia segreta zarista e mezza da sgherri di una fungibile junta sudamericana, quella pratica giornalistica, che compila liste di nomi da monitorare e fa ricettazione di pezzi di mattinale e abbozzi di indagini che dovrebbero essere riservate

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*** Iuri Maria Prado Il Riformista, 11 marzo 2024 È la cultura che ha fatto giustizia in Italia negli ultimi decenni: si celebra il verbo delle intercettazioni e si ordinano ed eseguono i rastrellamenti giudiziari con il magistrato che annuncia il trionfo della sua rivoluzione in faccia telecamere e carabinieri. Non si creda che la “libertà di stampa”, il “diritto dei cittadini a essere informati” e il “dovere dei giornalisti di dare le notizie” costituiscano solo il fascio di gagliardetti retorici messo a presidiare il giro di veline e i traffici del cosiddetto giornalismo d’inchiesta con le procure della Repubblica e con il mandarinato anonimo dello spionaggio di Stato. Quei presunti valori costituzionali, infatti, sono impropriamente chiamati alla protezione di una cultura più vasta e penetrante, che di quel cosiddetto giornalismo d’inchiesta è semmai l’utilizzatrice finale. Mezzi da polizia segreta zarista e mezza da sgherri di una fungibile junta sudamericana, quella pratica gio

Norberto Bobbio nel 1968

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Credo che oggi una discussione sui diritti umani debba tener conto, per non correre il rischio di diventare accademica, di tutte le difficoltà procedurali e sostanziali [...]. L’attuazione di una maggiore protezione dei diritti dell’uomo è connessa con lo sviluppo globale della civiltà umana. È un problema che non può essere isolato sotto pena non dico di non risolverlo, ma neppure di comprenderlo nella sua reale portata. Chi lo isola lo ha già perduto. Non si può porre il problema dei diritti dell’uomo astraendolo dai due grandi problemi del nostro tempo, che sono i problemi della guerra e della miseria, dell’assurdo contrasto tra l’eccesso di potenza che ha creato le condizioni per una guerra sterminatrice e l’eccesso d’impotenza che condanna grandi masse umane alla fame. Solo in questo contesto ci possiamo avvicinare al problema dei diritti dell’uomo con senso realistico. Non bisogna essere tanto pessimisti da abbandonarsi alla disperazione, ma nemmeno tanto ottimisti da dive